Le zecche sono artropodi, la stessa famiglia di ragni, acari e scorpioni, e si tratta di parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo.
Il corpo, tondeggiante e il capo, non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue. Le zone maggiormente a rischio per la possibilità di punture di zecche sono gli ambienti boschivi e ricchi di cespugli. Anche il sottobosco ed i prati incolti, i sentieri poco battuti, in cui è maggiore la possibilità di presenza di fauna selvatica, sono da considerare a rischio. Le zecche non saltano e non volano sulle loro vittime, ma si appostano all’estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale o di un uomo. Grazie all’anidride carbonica emesse e al calore dell’organismo, questi acari avvertono la presenza di un eventuale ospite e vi si insediano conficcando il loro rostro (apparato boccale) nella cute e cominciando a succhiarne il sangue. Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza contenente principi anestetici. Generalmente rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente. La probabilità della trasmissione di agenti patogeni per mezzo della puntura di zecche dipendono strettamente dalla durata della permanenza di queste sull’ospite e sono, in generale, basse se la zecca rimane attaccata per meno di 36-48 ore.
Malattie trasmesse dalle zecche
Le zecche sono in grado di trasmettere all’uomo numerose e differenti patologie: la borreliosi di Lyme, la beffre Q, la babesiosi, l’encefalite virale, ecc.. . Con l’inizio della bella stagione le zecche abbandonano lo stato di letargo invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da parassitare. Nei mesi primaverili ed estivi, che vanno da aprile a ottobre, è quindi più frequente cadere vittima del cosiddetto “morso da zecca”. Il morso della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori.
Cosa fare
- Indossare indumenti di colore chiaro, per rendere evidente la presenza di zecche, resistenti agli strappi e con maniche e pantaloni lunghi; questi ultimi dovrebbero essere infilati nelle calze per evitare la possibile penetrazione dei parassiti tra gamba e calza.
- Indossare calzature chiuse e alte sulle caviglie.
- Applicare repellenti a base di DEET e gli insetticidi a base di base di permetrina, anche spruzzandoli sui vestiti. Usare con cautela i prodotti repellenti, soprattutto nei bambini, per la possibilità di effetti indesiderati: il prodotto repellente non va inalato o ingerito, o portato a contatto con gli occhi, non va applicato su cute irritata o escoriata; va applicato soltanto sulle parti scoperte.
- A casa, procedere ad un’accurata ispezione di tutto il corpo, con l’aiuto di un’altra persona per le zone difficilmente ispezionabili, senza trascurare il cuoio capelluto, per verificare la presenza di zecche e procedere alla loro immediata rimozione.
- Afferrare saldamente la zecca con una pinzetta il più possibile aderente alla cute, e tirarla decisamente, ma senza strappi, con una delicata rotazione antioraria per evitarne la rottura.
- Proteggere mani e piedi con guanti o un fazzoletto durante l’operazione, per evitare la possibilità di infezione attraverso piccole lesioni della pelle.
- Se il rostro della zecca rimane all’interno della pelle, estrarlo con l’aiuto di un ago sterile.
- Applicare disinfettanti e antibiotici sulla parte soltanto dopo l’estrazione della zecca, evitando quelli che colorano la pelle (tintura di iodio, mercurocromo) perché potrebbero mascherare segni di infezione.
- Dopo la rimozione della zecca dovrebbe seguire un periodo di osservazione della durata di 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione.
- Rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolore alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.
Cosa non fare
Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.
Come difendere i nostri amici a quattro zampe
- Controllare regolarmente gli animali da compagnia e domestici e trattarli con presidi antizecche
- Tenere costantemente sotto controllo le cucce degli animali domestici e di compagnia trattandole, periodicamente, con prodotti insetticidi.
Esclusione di responsabilità: la presente è fornita unicamente a titolo informativo e non intende dare diagnosi o indicazioni di cura con riferimento a una qualsivoglia condizione patologica. In caso di sintomi o preoccupazioni, rivolgetevi al vostro medico di fiducia.