Sono stati presentati oggi 23 febbraio 2016 i risultati del Progetto “Ci piace sognare”, che ha valutato le caratteristiche del sonno nel Bambino e nell’Adolescente.
Presso la Sala “Aldo Moro” della Camera si sono dati appuntamento medici, pediatri ed esperti nell’ambito dello sviluppo psicofisico dei bambini e della diagnosi e terapia delle malattie infantili.
Tra i relatori della conferenza stampa ha preso parte l’On. Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza. “Ringrazio la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale e la Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche”, ha dichiarato, “per aver indagato un aspetto della vita dei nostri bambini e dei nostri ragazzi importantissimo, ma poco considerato anche dalle famiglie. Anche i più giovani risentono dei ritmi frenetici e delle sollecitazioni tipiche della civiltà moderna e spesso non riescono a riposare come e quanto dovrebbero, con effetti negativi sull’umore, la capacità di concentrazione e il rendimento scolastico. Un giusto equilibrio tra ore di sonno e ore di veglia e un sonno di buona qualità sono le premesse per un sano sviluppo della persona”.
La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) e la Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP) hanno elaborato il progetto che ha indagato la durata del sonno e le abitudini individuali e familiari correlate in una popolazione di età compresa tra 1 e 14 anni evidenziando, tra l’altro, differenze tra le varie regioni italiane.
“111 i pediatri italiani coinvolti, 2.030 bambini esaminati tra Nord; Centro e Sud”, ha spiegato il Dottor Giuseppe Di Mauro, presidente della SIPPS, “con il duplice scopo di raccogliere dati finora mancanti e fornire materiale educativo ai genitori sulle corrette abitudini al sonno nelle varie età pediatriche, preparato specificamente per questo progetto e base per un intervento educativo mirato ove necessario”.
“Fattore qualificante dello studio”, ha detto il Dottor Paolo Brambilla, Pediatra di Famiglia, responsabile del progetto “Ci piace sognare” assieme ai colleghi Angela Pasinato e Marco Giussani , “è stato quello di affidare l’indagine al Pediatra di Famiglia, che ben conosce le caratteristiche del proprio assistito e delle sua famiglia e che ha potuto raccogliere dati non influenzati dalla presenza di patologie acute o croniche. Sono state evidenziate, inoltre, le relazioni tra caratteristiche del sonno e obesità, abitudini alimentari, uso dei media e abitudine alla lettura. Il nostro compito è stato quello di aiutare i genitori a compilare un questionario, che indagava la durata e le caratteristiche del sonno e le abitudini serali dei loro piccoli”.
Sonno nel bambino e nell’adolescente: in pratica
Nel 2015 la National Sleep Foundation (NSF) Americana ha aggiornato le proprie raccomandazioni sulla durata del sonno nelle varie età pediatriche:
- 11-14 ore tra 1 e 3 anni
- 10-13 ore tra 3 e 5 anni
- 9-11 ore tra 6 e 13 anni
Dai dati del Progetto emerge che solo il 68,4% dei bambini tra 1 e 14 anni dorme in modo adeguato secondo le più recenti raccomandazioni, con una percentuale maggiore al Nord (72,9%) rispetto al Sud (62,8%) e in generale più bassa tra 10 e 13 anni (51,7%).
Interessante notare anche il luogo dove il bambino prende sonno. Alla domanda “Dove ti addormenti?”, risulta che solo il 47% dei bambini di età compresa tra 1 e 2 anni si addormenta nel proprio letto. Questa percentuale sale progressivamente con l’età, arrivando all’87% a 10-13 anni. I bambini che si addormentano nel lettone (ben il 39% a 1-2 anni) si riducono con il crescere dell’età, ma sono comunque ancora il 26% a 5-6 anni e il 20% a 7-9 anni. Un 10% circa di bambini ad ogni età si addormenta in un’altra stanza (ad esempio sul divano in salotto).
Il Progetto mette inoltre in luce come il 20% dei bambini di età 5-6 anni e il 17% di età 7-9 anni trascorra la maggior parte della notte nel letto dei genitori.
Complessivamente il 13,1% dei bambini cambia letto durante la notte: la maggioranza va dal proprio a quello dei genitori, ma c’è anche chi compie il percorso inverso. Il fenomeno non è esclusiva dei più piccoli. “Insomma”, ha proseguito il Dottor Brambilla, “nelle case italiane durante la notte c’è un certo traffico!”.
Circa il 27% dei bambini beve nell’imminenza di addormentarsi, prevalentemente latte nei primi anni di vita ma anche succo di frutta. Bere prima di addormentarsi è risultata un’abitudine legata a una minore durata del sonno. Un dato curioso è quello che riguarda l’uso del biberon per addormentarsi: ovviamente è molto frequente nei piccoli (31% a 1-2 anni e 17% a 3-4 anni) ma il biberon è usato ancora dal 5% dei bambini tra i 5 e i 6 anni.
Ma quali sono le principali abitudini per addormentarsi? TV, videogiochi, tablet e PC la fanno da padroni. “Ciò che emerge”, ha sottolineato la Dottoressa Marina Picca, Presidente SICuPP, “è che si legge davvero poco: basti pensare che il 65% dei bambini nella fascia d’età compresa tra i 3 ed i 4 anni utilizza la TV o un altro video per dormire. Percentuale che scende vertiginosamente al 48% quando si tratta di sfogliare le pagine di un libro. La percentuale dei bambini che usa la TV o un altro video per addormentarsi sale al 72% tra i 5 ed i 9 anni e al 79% tra 10 e 13 anni, ma il dato che maggiormente preoccupa è che sia già il 40% tra 1 e 2 anni. La durata del sonno è risultata minore quando il bambino guarda un video prima di addormentarsi o ha la TV nella propria camera”.
“Il sonno”, ha concluso il Dottor Luca Bernardo, Responsabile rapporti con Enti e Istituzioni della SIPPS, “è un aspetto essenziale per il benessere psicofisico del bambino ed importanti sono le implicazioni cliniche qualora un bimbo dorma in modo inadeguato dal punto di vista quantitativo e/o qualitativo. Tuttavia, nessuno studio di popolazione era stato effettuato fino ad oggi in Italia e le nostre conoscenze si basavano su esperienze internazionali. Credo che il Progetto “Ci piace sognare” meriti davvero un’attenzione particolare”.