• ACQUA E SPORT

    Il nostro corpo contiene una grande quantità di acqua. Un elemento vitale, tanto che una cellula non adeguatamente idratata invecchia (e muore) prima.

    Scopri perché è importante che tu mantenga un corretto livello di idratazione, soprattutto durante l’attività sportiva.

    Come si accende la sete

    Lo stato di idratazione del nostro corpo è regolato da un complesso meccanismo di sensori e di regolazione che rileva eventuali diminuzioni di acqua nelle cellule e stimola la sete.

    Il meccanismo della sete, però, è messo a dura prova nel caso di attività fisica.

    Quando ti stai allenando la sensazione di sete arriva in ritardo e se la avverti significa che sei già disidratato.

    L’importanza dell’idratazione per gli sportivi

    La disidratazione si verifica quando il corpo perde più acqua di quanta ne assuma.
    In circostanze normali il tuo corpo perde ogni giorno circa 2- 3 litri di acquaDurante l’attività fisica la perdita di liquidi aumenta, fino a raddoppiare nei momenti di massimo sforzo.
    Se non reintegri l’acqua che perdi, puoi soffrire conseguenze di varia intensità:

    • Disidratazione lieve: mal di testa, senso di fatica, sensazione di sonno, letargia
    • Disidratazione grave: sete estrema, assenza di urine, respirazione rapida, confusione, pelle fredda.

    Lo stato di idratazione influisce anche sulla tua prestazione atletica, in modo piuttosto rapido:

    • Una disidratazione dell’1% fa aumentare la temperatura corporea
    • Una disidratazione del 2% riduce visibilmente la performance atletica.

    Sport e idratazione: cosa e quanto bere?

    Sembra banale, ma la prima cosa che devi fare è bere… acqua!

    Bere semplice acqua, infatti, ti aiuta a rimanere idratato. Se però la fatica aumenta, la sola acqua può non bastare e diventa utile un prodotto reidratante specifico.

    Cosa dovrebbe contenere un buon reidratante?

    • Sali minerali, importanti per reintegrare quelli persi con l’attività fisica.
    • Un’adeguata dose di carboidrati, fonte di energia importante in particolare quando l’attività è più intensa

    Meglio evitare il “fai da te”! È utile chiedere al farmacista il prodotto più adatto e seguire una integrazione consapevole assieme a un corretto comportamento alimentare.

    Un’adeguata gestione degli allenamenti e dell’idratazione contribuirà a migliorare la tua performance!

  • LA FORZA DI VOLONTA’ E LA COSTANZA QUANTO SONO IMPORTANTI NELL’ALLENAMENTO?

    Per chi non è un addetto ai lavori (personal trainer, istruttore, preparatore atletico) o un atleta professionista è facile farsi distrarre, farsi prendere dalla pigrizia, trovare mille scuse pur di rimandare al giorno seguente l’allenamento. La pigrizia è il peggior alleato per il raggiungimento del proprio obiettivo finale, che, ad esempio, potrebbe essere: ritornare al proprio peso forma; tonificare il fisico dopo gli anta; rafforzare una dieta restrittiva per portare a norma i valori delle analisi del sangue.

    Molti pensano che basti fare sport regolarmente in giovane età per beneficiarne tutta la vita, ma è scientificamente dimostrato che chi smette di muoversi, di avere una “vita attiva” perde i benefici fisici, estetici e psicologici conquistati giorno dopo giorno.

    Secondo uno studio condotto da “Womens’ Health”:

    • Durante i primi giorni di stop dall’attività fisica, il corpo si rigenera, recupera le forze. Non si verificano particolari cambiamenti.
    • Durante le prime 3 settimane, le fibre muscolari si riducono di volume; il corpo inizia a trattenere più liquidi; ma soprattutto il numero dei mitocondri attivi diminuisce. Ricordiamo che i mitocondri sono le centrali energetiche del corpo, producono energia per diverse funzioni cellulari (movimento, trasporto sostanze energetiche nei distretti muscolari, trasporto ossigeno …).
    • Dopo un mese di stop, si iniziano a perdere i benefici conquistati a livello dell’apparato cardiovascolare; diminuisce la resistenza e la forza muscolare; aumenta progressivamente la percentuale di massa grassa e diminuisce quella magra; aumenta il livello di stress psicofisico.
    • Dopo alcuni mesi di stop, il metabolismo cambia; si perde la capacità di gestire con più efficienza situazioni di stress e ansia; ci si stanca più facilmente.
    • Dopo un anno dallo stop, la percentuale di massa grassa è decisamente maggiore di quella magra; il metabolismo è rallentato, e pian piano aumenta il rischio di veder incrementati i livelli di colesterolo e zucchero nel sangue, e i livelli della pressione arteriosa; aumenta il rischio di episodi depressivi.

     

    Ricordiamo che la sedentarietà è il quarto fattore di rischio di mortalità globale. Secondo l’OMS, l’inattività fisica è responsabile di circa il 30% delle malattie cardiache, il 27% del diabete, il 21% dei tumori al seno e al colon.

    Il sedentario è colui che si muove poco o fa poca vita attiva, è colui che non riesce a guidare il proprio cervello, non sono i muscoli ad arenarsi per primi davanti ad uno sforzo fisico ma il cervello, la propria forza di volontà, la propria tenacia, la propria determinazione.

    Chi fa sport per tutta la propria vita, lo fa al di fuori degli obiettivi fisici raggiunti o raggiungibili, lo fa dopo aver ascoltato e toccato con mano ogni piccolo cambiamento psico-fisico ottenuto, dopo aver capito che l’attività fisica è un tassello di puzzle della propria giornata, un atto che può diventare spontaneo come quello di respirare, mangiare e sorridere.

     

    Dott.ssa Chiara Rancan
    Personal Trainer
  • CORRERE PER DIMAGRIRE : CONSIGLI UTILI

    2411134_1465380396Quando si decide di rimettersi in forma, oltre alle privazioni alimentari, si pensa a quale attività fisica poter svolgere per bruciare più calorie nel più breve tempo possibile, e spesso la scelta ricade sulla corsa.

    La corsa è un gesto primordiale e naturale per l’animale come per l’uomo, ma per poter correre in modo efficace ed efficiente occorre apprenderne le basi e capire come può effettivamente essere di aiuto per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.

    Di seguito verranno elencati alcuni accorgimenti da seguire se si decide di iniziare a correre per dimagrire, ma è da sottolineare che sport + sana e corretta alimentazione sono le basi per un miglioramento della salute e non solo dell’aspetto fisico, sono le fondamenta su cui si poggia lo stile di vita sano, che prevede la cura consapevole di se stessi.

    1. Costanza e regolarità degli allenamenti: sono consigliati 3 allenamenti a settimana a giorni alterni, da segnare anche su un diario di allenamento, per avere un quadro dei progressi in tempi e distanze percorse.
    2. Variare ritmo e intensità della corsa per attivare il metabolismo: interval workout ad alta intensità per bruciare principalmente carboidrati; corsa moderata su lunghe distanze per attivare in particolar modo il catabolismo dei grassi.
    3. Ascoltare il proprio corpo! Oltre a variare il ritmo e l’intensità della corsa, il consiglio è quello di incrementare il passo progressivamente, in base proprio alle reazioni del corpo. Quando non si avverte più l’iniziale sensazione di fatica, è giunto il momento di incrementare.
    4. Non allarmarsi! Chi inizia ad allenarsi perde massa grassa ma aumenta anche la massa magra, quindi a seguito di un’iniziale perdita di peso, la bilancia potrebbe segnare un stazionamento o un’irrisoria variazione del peso, evento del tutto naturale. 1 kg di muscolo occupa meno spazio di un 1 kg di grasso, quindi per occupare più o meno lo spazio di 1 kg di grasso occorre diversa massa muscolare. Quindi, alla corsa sarà necessario abbinare un programma di tonificazione volto ad asciugare e definire la  figura.
    5. Modificare le abitudini alimentari. La sola attività fisica non può da sola far raggiungere l’obiettivo finale, occorre imparare a mangiare anche in base al proprio ritmo di vita.

    Finché la stagione lo consente, si consiglia di allenarsi all’aria aperta poiché:

    • Si respira più aria rispetto ad un ambiente chiuso, sovraffollato con scarso ricircolo d’aria.
    • Ci si distrae guardandosi attorno, questo implica l’abbandono totale dei pensieri quotidiani e si avverte meno anche il senso di fatica.
    • Si rimane a contatto con la natura, che rigenera corpo e mente.
    • I percorsi possono cambiare ogni giorno rendendo cosi l’allenamento vario. I percorsi all’aperto incrementano forza, resistenza, velocità, coordinazione ed equilibrio più di un allenamento su tapis roulant.
    Dott.ssa Chiara Rancan
    Personal Trainer
  • SFRUTTARE LE VACANZE COME RIPOSO ATTIVO : MULTISPORT

     

    Vacanza significa abbandonare ogni routine quotidiana, lasciarsi liberamene al relax e al riposo totale, ma per chi è sportivo vacanza significa anche riposo attivo.

    Il riposo attivo avviene quando l’atleta si allena con sport differenti, degli sport alternativi che gli consentono di mantenere:

    • La tonicità della muscolatura,
    • L’elasticità dei tendini,
    • La condizione aerobica,
    • Il rilassamento del cervello,
    • L’equilibrio e la coordinazione,
    • Il potenziamento di gruppi muscolari usati poco nel suo sport.

    Il riposo attivo è visto come un lavoro rigenerativo, differente dal riposo passivo dove ci si ferma totalmente. Il riposo attivo è un periodo di allenamento più facile, leggero, meno intenso e di bassa intensità; durante il riposo attivol’obiettivo è allenarsi divertendosi.

    In base alla località prescelta per le ferie estive, l’atleta può cimentarsi in differenti discipline sportive, mixandole anche tra di loro, ad esempio:

    • Il camminare aiuta a bruciare calorie e a conquistare uno stato di benessere totale e completo;
    • Il trekking è un ottimo allenamento cardio vascolare di bassa – media – alta intensità e di lunga durata, che agisce sulla muscolatura degli arti inferiori, sull’addome, sulle braccia (se si utilizzano le bacchette), sull’equilibrio, sulla coordinazione e sui riflessi;
    • Il nuoto è un’attività a basso impatto che coinvolge tutti i muscoli del corpo e il sistema cardiovascolare, senza sovraccaricare le articolazioni.

    Le attività di carattere aerobico aiutano a mantenere un buon stato cardiovascolare e il tono muscolare.

    • Le sedute di cardio – tonificazione in palestra aiutano a mantenere attivo il metabolismo e contribuiscono ad un buon mantenimento della tonicità muscolare.

    Le attività di potenziamento con carichi moderati, ovvero il peso utilizzato è inferiore o uguale al 30% circa del peso impiegato abitualmente, sono utili come fase di adattamento anatomico antecedente ad un lavoro specifico di forza massima.

    • Lo yoga è una disciplina che rigenera nel profondo il corpo e la mente, attraverso anche le asana.

    A seconda dell’obiettivo dell’atleta, il cimentarsi in differenti discipline sportive (mutisport), che incontra nella località turistica prescelta, mettendosi in gioco e cercando di capire come il proprio fisico reagisce a nuovi stimoli, si traduce in un sano riposo attivo con tutti i benefici sopraesposti.

    Dott.ssa Chiara Rancan
  • COME AFFRONTARE INDENNI LE VACANZE: RIPOSO O RECUPERO ATTIVO?

    Dopo mesi di lavoro e sacrifici per dedicarsi alla propria passione il nostro fisico ha bisogno di una pausa. Molti si chiedono se riposarsi totalmente dalla bici o meno, che fare quindi.

    Partiamo dal presupposto che il fisico di un ciclista è una macchina allenata: cuore, muscoli, articolazione e apparato cardiocircolatorio sono abituati a ricevere costantemente stimoli dall’esterno mediante l’allenamento e la cosa più sbagliata da fare è quella di interrompere bruscamente gli allenamenti. Supponiamo di prenderci 15-20 di recupero: i primi 5-6 giorni inizieremo il cosiddetto “cool down”, ovvero effettueremo uscite blande di 1h max 1h30 per rallentare gradualmente; dopodichè si possono osservare 4-5 giorni di riposo assoluto dalla bici e, in seguito, riprendere gradualmente con uscite di 1h- 1h30. Questo è una sorta di ciclo piramidale che permette al corpo di recuperare senza però subire uno shock dovuto alla mancanza immediata di allenamento.

    Questo periodo può essere sfruttato anche per concederci qualche sfizio alimentare senza però esagerare.

    Durante i giorni di riposo prendiamo del tempo per noi stessi, non pensiamo a gare o impegni e concentriamoci su ciò che non abbiamo avuto tempo di fare durante i mesi precedenti.

    Dott. Marco Ponta
    Preparatore atletico
  • ALLENARSI IN ESTATE: CONSIGLI

    In Primavera, le temperature più gradevoli e l’aria frizzantina fanno scattare in noi sportivi la voglia di sport all’aria aperta. Con l’Estate, le temperature torride e l’afa mettono a dura prova anche i più temerari, occorre quindi avere bene in chiaro alcune regole che possono aiutare durante l’esecuzione di uno sport oudoor.

    1. Allenarsi nelle ore più “fresche” della giornata: svegliarsi presto al mattino potrebbe risultare ostico per i più dormiglioni, ma questi saranno incentivati dal sole che sorge prima delle 6 a.m., dall’aria gradevole e dal silenzio che caratterizza le strade di città, campagna, mare e montagna in questi mesi estivi.
    2. Il giusto Outfit: occorre vestirsi leggeri, comodi, con tessuti chiari e traspiranti per favorire la corretta termoregolazione corporea.
    3. Proteggere la pelle dal sole: cappellino, occhiali da sole e protezione solare sono gli indispensabili anche per uno sportivo doc, e non solo per una beauty addicted!
    4. Idratarsi correttamente! Fondamentale durante tutto l’anno, ma ancora di più in Estate per mantenere ben idratata la pelle, proteggere gli organi interni e favorire il normale funzionamento del nostro corpo. Bisogna bere tantissima acqua naturale prima – durante e dopo lo sport; integrare la propria alimentazione con frutta e verdura di stagione, ricca di acqua, vitamine e Sali minerali, e se non sufficiente, in aiuto arrivano anche le bevande saline ipotoniche che rinfrescano, appagano il palato e rimettono in sesto il fisico.
    5. Da evitare alcool, bibite gassate, bibite zuccherate e  caffè prima dell’allenamento!
    6. Acclimatarsi: occorre prendersi del tempo e dare tempo al fisico di adattarsi al nuovo allenamento oudoor, soprattutto se per l’intera stagione invernale ci si è allenati indoor. Per acclimatarsi basta semplicemente: svolgere il nuovo allenamento gradualmente e regolarmente nel nuovo ambiente esterno prescelto; conoscere percorso e clima, assicurandosi che questo abbia zone d’ombra in cui allenarsi o rigenerarsi a fine seduta.
    7. Sapersi fermare! Se si avverte: debolezza, senso di vertigini/capogiri, emicrania, crampi muscolari, nausea/vomito, battiti cardiaci accelerati rispetto al normale, occorre immediatamente fermarsi, il rischio di incappare in un colpo di calore potrebbe essere elevatissimo! Bisogna ricordarsi, che allenarsi è un piacere per la mente e per il corpo, affinché resti tale, ci si deve preservare e ascoltare ogni minimo segnale che il nostro corpo ci manda.

     

    Fonte: Proaction.
    Dott.ssa Chiara Rancan
  • CORSA : QUANDO ANDARE PIANO NON PORTA RISULTATI

    Molto spesso nei blog, specialmente quelli di dimagrimento, viene consigliata una corsa lunga e lenta , in zona “bruciagrassi” (il così detto fondo lento). Capita dunque sempre più spesso che chi comincia a correre prenda letteralmente in parola questo consiglio, e si ritrovi a correre per mesi ad andature molto lente (dai 6.30 ai 9 al km) pensando di fare del bene al proprio fisico. In questi casi poi, se ci sommiamo i kg in più, ci si ritrova dopo un primo assestamento con la possibilità di avere degli effetti negativi.

    I PRO DELLA CORSA LENTA E LUNGA

    • Possibilità di correre più a lungo

    I CONTRO DELLA CORSA LENTA E LUNGA

    • Aumento dei tempi di appoggio (più si abbassa la velocità di crociera, tanto più si allunga il tempo di appoggio del piede sul terreno, con una possibile esaltazione dei difetti biomeccanici del piede stesso e quindi maggior stress).
    • Minor dispendio energetico rispetto ad allenamenti con andature variabili
    • Aumento dell’intrarotazione della tibia (con conseguente stress capsulo-legamentoso a livello del ginocchio)
    • Scarsa attivazione muscolare (con conseguenze alla schiena)
    • Il muscolo non viene utilizzato in pieno nella sua fase eccentrica (meno energia)

    ATTENZIONE PERCHE’ CON DIFETTI DI FALCATA LA CORSA LENTA PUO’ PORTARE A : Periostite della Tibia, Infiammazioni del tendine d’achille, Fasciti plantari, Infiammazione del tibiale posteriore, Sindome della bandelletta ileotibiale.

    COSA E’ MEGLIO FARE?

    • Se si è in sovrappeso meglio ALTERNARE CAMMINATA a brevi tratti di corsa (a ritmo comunque più sostenuto del vostro fondo lento).
    • Se si vuole migliorare: alternare in ogni allenamento delle fasi di lento a fasi di alterazione della velocità (le così dette ripetute).
    • Se si vuole dimagrire: meglio fare un lavoro con ripetute più corto, che un lungo in fascia bruciagrassi . Eventualmente alternare gli allenamenti di corsa alle camminate, meglio se in fartleck.
    • Usare sempre scarpe adatte ai vostri allenamenti e al vostro tipo di falcata.

    Vuoi cominciare a correre? Segui questi allenamenti!

     

  • CICLISMO – ALLENARSI D’ESTATE SU STRADA E MTB: COME COMPORTARSI?

    MTB estate

    Dopo questi ultimi mesi caratterizzati da maltempo e pioggia, ci stiamo avvicinando all’estate e per chi pratica attività fisica ad un certo livello diventa sempre un periodo critico.

    Quando partiamo per un’uscita in bici in una torrida giornata di luglio/agosto, come si comporta il nostro organismo? E soprattutto, come dobbiamo comportarci noi ciclisti?

    Innanzitutto partiamo dai consigli più “banali” ma non per questo inefficaci:

    • evitare (se possibile) di allenarsi nelle ore più calde;
    • idratarsi non  solo durante ma soprattutto la sera prima antecedente l’uscita programmata;
    • cercare salite e itinerari in luoghi freschi e non esposti al sole;
    • bere a piccoli sorsi;
    • idratarsi prima, durante e soprattutto durante l’attività.

    Questi sono consigli dettati dal buon senso, andiamo ora ad approfondire l’argomento dal punto di vista fisiologico.

    Svolgendo un’attività fisica al caldo, il nostro organismo produce sudore dalle ghiandole sudoripare: il sudore è costituito da acqua e soluti ( sodio, magnesio, potassio, cloro detti elettroliti) e la concentrazione di questi elementi varia con la velocità di secrezione delle ghiandole sudoripare. Più queste ghiandole lavorano, più alta sarà la concentrazione di sodio e cloro nel sudore, mentre magnesio e potassio diminuiranno.

    Durante un allenamento al caldo, sodio e cloro sono i due elettroliti che si perdono in misura maggiore  e per questo il reintegro dell’acqua e dei sali persi diventa fondamentale : pensate che la perdita idrica con la sudorazione durante una marathon in mtb arriva a 4/6 litri (10-15% dell’acqua totale).

    Generalmente la perdita di acqua media è di circa 1,25l/h e l’apporto idrico per prevenire la disidratazione è di 0,5l/h. Da qui si capisce che è importante bere poco e spesso ed evitare di bere tutto d’un fiato una borraccia, pena poi patire problemi intestinali o addirittura incorrere a malori improvvisi.

    Altra cosa importante è quella di idratarsi in base all’attività che facciamo: se ad esempio ci concediamo una giornata di recupero o riposo, non dobbiamo abusare di integratori, in quanto non c’è stata una reale perdita di elettroliti.  La sudorazione determina sempre una perdita di acqua in eccesso rispetto alla perdita di sali : per questo motivo è importante assumere acqua di pari passo alla sudorazione, altrimenti i liquidi corporei diminuiranno e aumenterà la concentrazione di soluti.

    Per questo motivo è importante un utilizzo razionale e consapevole degli integratori idrosalini e, soprattutto, è meglio orientarsi su bevande che si avvicinano alla osmolarità del sudore ( concentrazione delle particelle presenti in soluzione), quindi ipotoniche salini. In questo modo non andremo ad alterare il meccanismo fisiologico della sudorazione.

    Attenzione anche a non incappare in prodotti idrosalini eccessivamente zuccherati : questi causano un rallentamento dello svuotamento gastrico (riducendo l’assorbimento degli integratori)e richiamano il sangue dai muscoli al lume intestinale compromettendo la performance.

    Concludendo ricordiamoci di :

    • reintegrarsi in base all’effettiva perdita di liquidi ;
    • il reintegro è importantissimo appena dopo lo sforzo fisico;
    • preferire bevande ipotoniche e fresche (accelerano svuotamento gastrico);
    • in mtb meglio premunirsi con un Camelback, dato che è più difficile trovare fontane potabili o bar rispetto a un’uscita su strada.
    Fonte: Dott. Marco Ponta
    Preparatore Atletico
  • COSA MANGIARE PRIMA DI RUNNING/NUOTO MATTUTINO? COLAZIONE O DIGIUNO?

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    È il dubbio numero uno: come faccio a correre o a nuotare se prima non mangio? Da dove prendo le energie necessarie allo sforzo?  Questo è un discorso abbastanza complesso e molto soggettivo che a parer mio andrebbe analizzato su ogni singolo atleta. Andiamo però a vedere “pro” e “contro” dell’attività a digiuno e dell’attività svolta con un buon carico di “carburante mattutino”.

    Attività a digiuno

    In realtà il nostro organismo ha sempre a disposizione una buona scorta di glicogeno, sia nei muscoli sia nel fegato. Queste riserve, che di solito vanno dai 700 grammi a un chilo e 300 grammi, sono più che sufficienti a supportare un esercizio fisico che può durare dai 60 ai 90 minuti. E la corsa o il nuoto non fanno alcuna eccezione. Fisiologia a parte, la natura stessa ci insegna che fare allenamento a digiuno può essere in alcuni casi una  cosa buona e giusta dal punto di vista metabolico. Basta pensare al mondo animale: i leoni, per esempio, che proprio nel momento in cui avvertono lo stimolo della fame si danno alla caccia.  Al ritorno dall’ allenamento però la colazione è d’obbligo, calcolando il tempo necessario per un rifornimento completo, piuttosto che bere un caffè al volo e scappare in ufficio. Al mattino abbiamo le migliori condizioni per concedersi un buon pasto, perché lo stomaco è ricco di succhi gastrici che facilitano la digestione di qualsiasi cibo. Mai limitarsi ai carboidrati, dunque. L’ideale è mettere in tavola anche alimenti come prosciutto, bresaola oppure uova, che garantiscono un adeguato apporto di proteine e sostengono l’organismo per tutta la mattina. Una regola che vale sempre, anche quando non si fa allenamento.

    Importanza del pasto “pre-run” e del pasto “pre-nuotata”

    Molti giovani atleti fanno l’errore di saltare la colazione PRE-allenamento. Quello che non capiscono è che questo “primo cibo” ingerito imposta il ciclo alimentare della giornata. Ci sono tre ragioni principali per cui è bene mangiare PRIMA dell’allenamento mattutino:

    • Previene sintomi di carenza di zucchero nel sangue causa di affaticamento, visione appannata e giramenti di testa.
    • Stabilizza lo stomaco, assorbendo i succhi gastrici, conseguenza di uno stomaco vuoto, e riduce la fame.
    • È carburante per muscoli e cervello.

    Un altro beneficio è che facilita la gestione dell’appetito durante il giorno. Il Front-loading (mangiare nella primissima parte della giornata) aiuta chiunque, non solo gli atleti, a gestire la fame e ad evitare il “back loading” (mangiare grandi quantità di cibo nella parte seguente della giornata). Che cosa mangiare dipende dal singolo atleta, alcuni nuotatori o “runner” tollerano meglio una colazione liquida mentre altri si trovano meglio con cibi solidi. L’obiettivo comunque è di mettere in pancia qualcosa di nutriente.

    Quando l’atleta sceglie cosa mangiare,  dovrebbe preferire cibi caratterizzati da carboidrati a medio-basso IG (indice glicemico), moderati in apporto proteico e poveri di grassi. Evitare dunque cibi scarsi in nutrienti come caramelle, donuts, bibite zuccherate. Cercare di mangiare da 30 a 60 minuti prima di entrare in vasca o uscire in strada per la corsa.

    Per chi non fosse sicuro  su cosa mangiare, consiglio di sperimentare sia cibi solidi che liquidi. Se mangiare uno snack pre-allenamento mattutino non funziona, il nuotatore o il “runner” può sempre provare a mangiare a sufficienza il giorno prima pianificando uno spuntino nutriente prima di andare a letto, così che al mattino avrà a disposizione un po’ di energia per l’allenamento. La regola però più importante da seguire per quel che riguarda l’alimentazione pre-attività è questa: scegliere cibi che siano adatti alle proprie caratteristiche! Siano essi liquidi o solidi. Questo dipende dalle preferenze e dalle tolleranze. Ora avete alcuni strumenti e informazioni per decidere come organizzare i vostri pasti “pre-run” o “pre-nuotata”, ma soprattutto se decidere di farli con una buona scorta di “carburante” o a “digiuno”.

    Buon allenamento!

     

    Fonte:Proaction.
  • QUANDO E’ UTILE INTEGRARE CON I SALI MINERALI?

    QUANDO E' UTILE INTEGRARE CON I SALI MINERALI? In linea generale una corretta alimentazione è in grado di soddisfare appieno il fabbisogno giornaliero di sali minerali.  Quando invece sottoponiamo il nostro organismo a sforzi maggiori, come nel caso degli sport di endurance con prestazioni certamente superiori all’ora, che producono una notevole sudorazione, può verificarsi che il livello di questi sali minerali sia carente. Importante in questi casi assumere adeguate quantità di acqua che anche se oligominerale, permette l’introduzione di quantità fisiologiche di sali. Ci sono però momenti in cui anche la corretta idratazione non è più sufficiente ed è necessario allora ricorrere ad integratori salini, in particolare di cloro, magnesio, potassio e sodio.

    Il reintegro idrosalino è importante perchè una carenza di questi micronutrienti può portare a crampi muscolari, stanchezza e cali di pressione.

    Il magnesio è importante per la mineralizzazione dell’osso insieme al calcio e al fosforo e inoltre interviene nei processi di trasmissione dell’impulso nervoso. Il cloro regola l’equilibrio idrico insieme al sodio che a sua volta regola anche l’equilibrio acido-base. Il potassio ha le stesse proprietà del sodio e in più regola la contrazione muscolare.

    In base alla quantità di sali minerali contenuti, gli integratori si suddividono in:

    • Ipertonici quelli che hanno una concentrazione superiore ai liquidi corporei ossia > 300 mOsm/L. Questi integratori avendo un’assimilazione molto lunga non devono essere utilizzati durante lo sforzo. Sono fra la categoria meno utilizzata.
    • Isotonici quelli che hanno una concentrazione pari a quella dei liquidi corporei ossia circa 300 mOsm/L. I tempi di assimilazione sono medi e questi integratori sono usati quando lo sforzo non è così intenso ma in ogni caso si ha un’ abbondante sudorazione.
    • Ipotonici quelli che hanno una concentrazione inferiore a 300mOsm/L con tempi di assimilazione brevi. Sono gli integratori da preferire durante le competizioni soprattutto quando si parte già da una situazione di disidratazione.
    Fonte: Proaction