• Salute e benessere: come si percepiscono le donne

    Maggiore attenzione a stili di vita corretti sul fronte dell’alimentazione (57%), del movimento (47%) e della prevenzione (62%), ma anche una minore soddisfazione in merito al proprio stato di salute, sia dal punto di vista fisico che psicologico e mentale. Questi alcuni dei risultati dell’indagine promossa da Onda in occasione del suo decennale, per rilevare come sia cambiata negli ultimi dieci anni la percezione che le donne hanno del proprio benessere.donne-1024x527

    Oggi, come nel 2006, la salute rimane lo scopo primario nella vita delle italiane. Per il 69% delle donne il benessere rappresenta una priorità, ma per quanto facciano di più rispetto al passato per stare bene, solo il 46% è soddisfatto (70% nel 2006) della gestione della propria salute e 2 su 3 (67%) vorrebbero poter fare di più. Questo il profilo della donna italiana che emerge da un’indagine promossa dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) su un campione di 800 nostre connazionali di età compresa tra i 18 e i 64 anni, con l’obiettivo di analizzare come sia evoluto a distanza di 10 anni il rapporto femminile con il proprio benessere. I dati della survey, che replica un’analoga ricerca svolta da Onda nel 2006, sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa, in occasione del decennale dell’Osservatorio.

    Secondo quanto emerso dall’indagine, molti sono stati i risultati raggiunti e, rispetto a dieci anni fa, si evidenzia un generale miglioramento degli stili di vita corretti: le donne curano molto di più la propria alimentazione (57%), ritenuta un elemento importante per mantenere un buono stato di salute, e svolgono maggiore attività fisica: oggi quasi la metà delle intervistate la pratica regolarmente (47%). Inoltre, appaiono molto più sensibilizzate e vicine al concetto di prevenzione, sia dal punto di vista dichiarato che pratico: il 49% afferma, infatti, di fare prevenzione (rispetto al 44% del 2006), mentre il62% (rispetto al 48% del 2006) si sottopone a controlli e visite anche in assenza di malattie o problematiche specifiche. A tale proposito, dalla survey risulta che le principali barriere che ostacolano un’efficace attività di prevenzione sono il costo delle prestazioni(63%) e la scarsa informazione sugli esami di screening da effettuare (24%).  Inaumento anche il ruolo della donna comecaregiver: 3 su 4, infatti, si occupano del benessere di almeno un familiare, pur percependo verso di sé meno supporto da parte della propria famiglia, utilizzando soprattuttoInternet come principale fonte di informazioni e aggiornamenti sui temi di salute (65% contro l’8% del 2006).

    I risultati dell’indagine mostrano quindi un miglioramento del rapporto delle italiane con il proprio benessere non ancora privo, però, di elementi negativi: oggi le donne, rispetto alla precedente rilevazione del 2006, si dichiarano, infatti, meno soddisfattedel proprio stato di salute sia dal punto di vista fisico (23% sono poco e per nulla soddisfatte, di contro il 17% nel 2006), sia da quello psicologico e mentale (14% poco o per nulla soddisfatte rispetto al 10% nel 2006). In particolare, lo stress e i problemi psichici sono i principali disturbi che affliggono le intervistate.

    Tra le criticità emerse dalla ricerca, il 44% ritiene insufficienti i servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale e simili percentuali diinsoddisfazione si riscontrano anche rispetto all’attenzione alle esigenze femminili da parte di ospedali eIstituzioni (rispettivamente il 46% e il 47%). Proprio in merito a questi aspetti, Onda, da sempre impegnata sul fronte della promozione di una cultura della medicina di genere, dal 2007 premia con l’assegnazione di Bollini Rosa gli ospedali italiani che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili, riservando particolare attenzione alle specifiche esigenze dell’utenza rosa.

    “La nascita di Onda – afferma Francesca Merzagora, cofondatrice e Presidente Onda – ha rappresentato una grande sfida con l’obiettivo di promuovere la medicina di genere richiamando l’attenzione a tutti i livelli sulle principali patologie femminili. Molti risultati sono stati raggiunti: dai dati emersi dall’indagine, rispetto a quella svolta dieci anni fa, si evidenzia un miglioramento degli stili di vita corretti (alimentazione e movimento, ormai praticato abitualmente dal 47% delle donne) e una maggiore attenzione alla prevenzione, messa in atto dal 62% delle intervistate. Tumori (55%), disturbi psichici e stress (39%), malattie neurodegenerative (25%) e malattie cardiovascolari (18%) sono le principali preoccupazioni di salute delle italiane. Molto ancora resta da fare: per migliorare la percezione delle donne sul grado di attenzione delle Istituzioni nei confronti della loro salute e sui servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale (il 44% non li ritiene sufficienti), per aumentare il loro livello di soddisfazione sulla gestione del proprio benessere (dal 70% del 2006 al 46% di oggi), per promuovere ulteriori campagne contro l’abitudine al fumo (ancora oggi 1 donna su 4 continua ad essere fumatrice). Occorre anche riflettere sul cambiamento radicale dell’approccio farmacologico: l’utilizzo esclusivo della medicina tradizionale passa dal 71% al 25%, a favore della medicina alternativa: a tale proposito, Onda sottolinea l’importanza per le patologie serie di non abbandonare un approccio terapeutico tradizionale. Interessante, inoltre, la curiosità delle donne italiane sulla loro salute, sfruttando in particolare Internet come mezzo preferenziale per reperire informazioni e aggiornamenti (dall’8% del 2006 al 65% di oggi)”.

    “I primi 10 anni di Onda sono trascorsi molto velocemente e tante sono state le iniziative compiute”, dichiara Alberto Costa, Vice Presidente Onda, chirurgo e senologo presso Gruppo Multimedica di Milano. “Personalmente ho avuto la fortuna di veder realizzato un sistema di valutazione degli ospedali attenti alle donne (il programma ‘Bollini Rosa’) e di vedere comparire finalmente in Internet un sito pieno di informazioni accurate e validate,  che posso consigliare  alle mie pazienti per qualsiasi problema di salute al femminile. L’augurio a Onda per il suo compleanno? Riuscire a concretizzare, nel prossimo decennio, un ospedale interamente dedicato alle patologie femminili, intersecando le competenze e le conoscenze della medicina con le diverse fasi della vita della donna, dalla pubertà all’età fertile, dalla menopausa alla senescenza”.

    “In questi primi 10 anni – sostiene Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Psichiatria e Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale dell’ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano – Onda ha dato un forte contributo nell’evidenziare la specificità di genere delle malattie mentali avvicinando le persone alle cure attraverso iniziative legate ai Bollini Rosa. Il forte impatto dello stress e dei disturbi psichici (1 intervistata su 4) che emerge dall’indagine è dovuto anche al ruolo multitasking della donna a conferma dei dati internazionali. Onda ha poi contribuito a evidenziare e mettere in rete i centri di eccellenza per la diagnosi e cura della depressione perinatale e a premiare gli Ospedali fortemente impegnati contro la violenza femminile”.

    “L’indagine presentata – conclude Marisa Porrini, Direttore Dipartimento Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano – mette in evidenza l’attenzione crescente rivolta dalle donne all’alimentazione e allo stile di vita, quali elementi primari per il mantenimento di un buono stato di salute. Nelle attività intraprese, Onda ha dedicato uno spazio anche a questi aspetti, focalizzando la necessità di sensibilizzare sempre più le donne alla prevenzione. A tal fine, un primo obiettivo è il più facile accesso ad informazioni corrette e fondate su evidenze scientifiche, sia per gli aspetti specifici di genere, sia per quelli più generali, legati al ruolo attivo da sempre svolto dalla donna nelle scelte alimentari per l’intera famiglia e la comunità. La cura nella definizione della dieta quotidiana e l’attenzione all’attività fisica devono essere supportati da grande attenzione e scelte consapevoli”.

    Fonte:Unilife
  • Virus Zika

    FEBBRE DA VIRUS ZIKA – TUTTE QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SU QUESTO VIRUS

    1. Dove è presente il virus Zika?C_17_canaleCittadino_237_paragrafi_paragrafo_0_immagine

    • Il virus Zika è presente nelle regioni tropicali, in grandi popolazioni di zanzare, circola in Africa, nelle Americhe, in Asia meridionale e nel Pacifico occidentale.Il virus Zika è stato scoperto nel 1947, ma per molti anni sono stati rilevati solo casi sporadici nell’uomo, in Africa e in Asia meridionale. Nel 2007, il primo focolaio documentato di malattia da virus Zika è occorso nel Pacifico. Dal 2013, casi e focolai di malattia sono stati segnalati dal Pacifico occidentale, dalle Americhe e dall’Africa.Data la diffusione ambientale delle zanzare, facilitata da urbanizzazione e globalizzazione, esiste la possibilità che si verifichino, a livello globale, grandi epidemie urbane di malattia da virus Zika.

    2. Come si trasmette il virus Zika?

    • Il virus si trasmette con la puntura di zanzare del genere Aedes, le stesse che trasmettono la dengue, la chikungunya e la febbre gialla

    3. Come si riproducono le zanzare Aedes?

    • Pungono solo le femmine; si alimentano a intermittenza e preferiscono pungere più di una persona. Una volta che la zanzara femmina si è completamente alimentata, necessita di riposare 3 giorni prima di deporre le uova. Le uova possono sopravvivere fino a 1 anno senza acqua. Una volta che l’acqua è disponibile e, sono sufficienti piccole quantità di acqua stagnante, le uova diventano larve e poi zanzare adulte. Le zanzare si infettano da persone portatrici del virus

    4. Può la zanzara Aedes viaggiare da paese a paese e da regione a regione?

    • La zanzara Aedes non può volare a più di 400 metri. Ma può inavvertitamente essere trasportata dall’uomo da un luogo ad un altro (ad esempio nei bagagliai delle macchine, con le piante). Se sopravvive al clima della destinazione, potrebbe in teoria essere in grado di riprodursi lì e di introdurre il virus Zika in nuove aree.

    5. Quali sono i sintomi di infezione da virus Zika?

    • Il virus Zika di solito provoca una forma lieve di malattia; i sintomi compaiono un paio di giorni dopo la puntura di una zanzara infetta. La maggior parte delle persone con malattia da virus Zika presenta febbricola e rash cutaneo, si possono presentare anche congiuntiviti, dolori muscolari e articolari, e astenia. I sintomi di solito scompaiono in 2-7 giorni.

    6. Quali potrebbero essere le possibili complicanze del virus Zika?

    • Poiché non si sono registrate grandi epidemie di virus Zika prima del 2007, si conosce poco attualmente sulle complicazioni della malattia.Durante il primo focolaio di Zika nel 2013 – 2014 nella Polinesia francese, che ha coinciso anche con un focolaio di dengue, le autorità sanitarie nazionali hanno riportato un insolito aumento della sindrome di Guillain-Barré. Sono in corso le indagini retrospettive in questo senso, compreso il ruolo potenziale del virus Zika e di altri possibili fattori. Un simile incremento di sindrome di Guillain-Barré si è verificato anche nel 2015, nel contesto del primo focolaio di virus Zika in Brasile.Nel 2015, le autorità sanitarie locali in Brasile hanno anche osservato un aumento di bambini nati con microcefalia, contemporaneamente a un focolaio di virus Zika. Le autorità sanitarie e le agenzie stanno ora indagando sul potenziale collegamento tra microcefalia e virus Zika, oltre ad altre possibili cause. Tuttavia sono necessarie ulteriori indagini e ricerche prima di essere in grado di capire il possibile collegamento.La Sindrome di Guillain-Barré è una condizione in cui il sistema immunitario attacca una parte del sistema nervoso. Essa può essere causata da un certo numero di virus e può colpire persone di qualsiasi età. Quello che innesca esattamente la sindrome non è noto. I sintomi principali sono debolezza muscolare e formicolio alle braccia e alle gambe. Gravi complicazioni possono verificarsi se sono colpiti i muscoli respiratori, che richiedono il ricovero in ospedale. La maggior parte delle persone affette da sindrome di Guillain-Barré guarisce, anche se alcuni possono continuare ad avvertire sintomi come la debolezza.

    7. Le donne gravide devono preoccuparsi del virus Zika?

    • Le autorità sanitarie stanno attualmente indagando sul potenziale legame tra virus Zika nelle donne in gravidanza e microcefalia nei loro bambini. Fino a quando non si saprà di più, le donne in gravidanza o che stanno pianificando una gravidanza dovrebbero fare molta attenzione e proteggersi dalle punture di zanzara.Le donne incinte che sospettano di avere la malattia da virus Zika, devono consultare il medico per un attento monitoraggio durante la gravidanza.

    8. Come si cura la malattia da virus Zika?

    • Il trattamento è sintomatico e consiste in farmaci per alleviare il dolore e la febbre, il riposo e bere tanta acqua. Se i sintomi peggiorano, consultare un medico. Non esiste un vaccino specifico contro il virus.

    9. Come viene diagnosticata la malattia da virus Zika?

    • Per la maggior parte delle persone con diagnosi di malattia da virus Zika, la diagnosi si basa sui sintomi e sull’anamnesi recente (quali punture di zanzara o viaggi in una zona affetta). Un laboratorio può confermare la diagnosi con esami del sangue.

    10. Che cosa posso fare per proteggermi?

    • La migliore protezione dal virus Zika è prevenire le punture di zanzara. Prevenire le punture di zanzara proteggerà le persone dal virus Zika, e da altre malattie che sono trasmesse dalle zanzare come la dengue, chikungunya e febbre gialla.Questo può essere fatto utilizzando un repellente per insetti; indossando abiti (preferibilmente di colore chiaro), che coprano il corpo il più possibile; utilizzando schermi a porte e finestre e dormendo sotto zanzariere. E’ anche importante mantenere vuoti e puliti, o coperti, contenitori che possono contenere anche piccole quantità di acqua come secchi, vasi da fiori o pneumatici, in modo che i luoghi in cui le zanzare si riproducono vengano rimossi.

    Fonte: salute.gov.it

  • Reperibilità farmaci in 12 ore

    La nostra farmacia è in grado di reperire su richiesta, entro 12 ore, farmaci e parafarmaci che non siano presenti già in magazzino. Nel caso di un farmaco irreperibile abbiamo a disposizione una rete telematica che collega altre farmacie per procurare il medicinale.

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  • Arnica

    Il fiore dell’Arnica, pianta protetta, è presente in Farmacopea e i suoi estratti sono comunemente utilizzati per applicazioni esterne su ematomi, contusioni e distorsioni, in quanto a triterpeni e flavonoidi in essi contenuti vengono attribuite proprietà antinfiammatorie e revulsive.

  • Betulla

    PROVENIENZA

    La betulla (Betula pendula) è una pianta perenne della famiglia delle Betulaceae.

    Originaria dell’Europa e dell’Asia settentrionale, in Italia è più frequente sulle Alpi dove a volte forma boschi puri. La Betula pendula (o Betula alba var. verrucosa) è diffusa dai Balcani all’arco alpino e in tutta l’Europa atlantica e l’Asia. In Italia è presente particolarmente in Piemonte (ove oggi si stimano oltre 20.000 ha di questa specie) e in Lombardia; si ritrova nell’Appennino settentrionale, in alcune stazioni isolate in Abruzzo, nell’Appennino campano e sull’Etna.

    Pianta arborea che può raggiungere imponenti altezze, presenta una chioma rada e leggera, espansa in verticale, con i rami terminali ricadenti. Il tronco è snello, se non è troppo vecchio, presenta una scorza bianca e sottile. 
Le foglie decidue, ovato triangolari, picciolate, verde chiaro sopra e sotto. 
I fiori maschili sono riuniti in amenti sessili, penduli; quelli femminili sono raccolti in spighe corte ed erette. I frutti sono delle infruttescenze cilindriche che a maturità liberano delle piccole samare provviste di un’ala membranosa.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Le foglie di betulla sono utilizzate in fitoterapia per le proprietà diuretiche e depurative, conferite dai flavonoidi, ossidi sesquitepenici, tannini (leucoantocianidine), Vitamina C, acido betulinico, clorogenico e caffeico, resine e olii essenziali.

    L’azione depurativa è coadiuvata da quella diuretica. L’incremento di emissione di urina facilita l’eliminazione dell’acqua e delle sostanze in eccesso, accumulate nell’organismo, come il colesterolo e gli acidi urici che provocano reumatismi e gotta. Per questo motivo la betulla è impiegata nella cura dell’ipertensione e della ritenzione idrica. L’effetto diuretico agisce anche in maniera preventiva rispetto alla formazione di renella e diventa una sorta di “lavaggio” antisettico nelle affezioni delle vie urinarie, come la cistite.

    La pianta inoltre è uno dei rimedi elettivi nella cura della cellulite, in quanto  aiuta l’eliminazione e la scomparsa dei noduli fibroconnettivali, caratteristici di questo inestetismo cutaneo.

    La linfa di betulla, conosciuta anche come Betula verrucosa linfa, da cui si estrae il gemmoderivato, contiene due eterosidi capaci di liberare per via enzimatica salicilato di metile ad attività analgesica eantiinfiammatoria.

    La linfa viene raccolta seguendo una tecnica particolare: all’inizio del mese di marzo, durante la montata primaverile, si praticano nelle betulle adulte, di preferenza sulla parte del tronco esposta a sud, alcuni fori a circa un metro da terra, profondi da due a cinque centimetri, leggermente obliqui verso l’alto, nei quali si introduce un tubicino da cui la linfa defluisce nei recipienti posti a terra. Un tronco di 50 cm di diametro fornisce in 4 giorni una media di 3-4 litri di linfa.

    INDICAZIONI

    La proprietà detossinante è rivolta al nostro sistema linfatico che utilizza la potente azione drenante della linfa dell’albero (che raggiunge i 30 m. di altezza) per depurare l’organismo da tossine in eccesso, che trattengono i liquidi: cure farmacologiche, terapie cortisoniche o ormonali, iperuricemia e ipercolesterolemia.
    Il migliore impiego terapeutico della linfa di betulla è quello riguardante il trattamento della cellulite, perché riduce nettamente l’impastamento e la componente dolorosa, ed elimina i liquidi ristagnanti nei tessuti.

    CONTROINDICAZIONI BETULLA

    Come per tutte le piante bisogna fare attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci che abbiano lo stesso effetto, per il rischio di potenziare l’effetto del farmaco, in questo caso non assumere con altri diuretici di sintesi.

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  • Centella

    Screenshot_20160209-165758~2PROVENIENZA

    La Centella è una piccola pianta erbacea originaria del Madagascar, diffuso anche nel Sud dell’Africa e nel sud-est Asiatico, dove sembra che sia utilizzata degli stessi animali selvaggi per le ferite. E’ chiamata anche erba della tigre.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    La pianta si è dimostrata priva di tossicità, sicura e clinicamente efficace nel trattamento dei disturbi da insufficienza venosa, varici, sindrome postflebitica. E’ stato tuttavia dimostrato che la parte della pianta utilizzabile ai fini terapeutici è la frazione dei triterpeni estratti dalle parti erbacee, mentre l’estratto idroalcolico e l’estratto secco totale della pianta hanno invece mostrato attività farmacologica sul Sistema nervoso centrale di tipo sedativo, simile al Diazepam, capostipite delle benzodiazepine. Ciò a dimostrazione che non tutto quello che è naturale può servire allo scopo da raggiungere: per garantire l’azione sul sistema venoso, e solo su quello, è indispensabile quindi purificare l’estratto e isolare i triterpeni dal resto dei costituenti, che possono presentare effetti non desiderati.

    I costituenti presenti nelle foglie sono: glucosidi triterpenici (saponine), al cui gruppo appartiene l’asiaticoside, l’acido asiatico e madecassicoside, polifenoli, sali minerali e vitamine, olio essenziale, fitosteroli.

    La frazione dei triterpeni estratta dalla Centella è presente in specialità farmaceutiche registrate ed in alcuni fitoterapici specifici per il distretto venoso e per la cellulite.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    In passato utilizzata topicamente per le sue proprietà eudermiche, e per il trattamento di alcune malattie dermatologiche quali la psoriasi.

    La Centella attualmente è ritenuta una pianta medicinale, conosciuta nella sua composizione chimica, ampiamente studiata dal punto di vista farmacologico , tossicologico e clinic, tanto che è presente pure in Farmacopea Ufficiale e disponibile anche come specialità farmaceutica registrata.

    In Europa è tuttavia ancora apprezzata come flebotonico, per la cura di insufficienza venosa ed emorroidi. Per l’attività eutrofica esercitata sul connettivo, i triterpeni estratti dalla pianta sono indicati nella cura della cellulite, sia in pomata, sia per via generale, sia in mesoterapia. E’ infatti dimostrata una diminuita evoluzione verso la sclerosi dei fibroblasti, così come utili per la prevenzione di cicatrici ipertrofiche e di ulcere varicose e ragadi anali.

    Il meccanismo d’azione dimostrato è l’incarnamento nella struttura del collagene di due amminoacidi, l’alanina e la prolina, con aumento della stabilità del tessuto connettivo della parete venosa.

    Contrariamente a quanto ritenuto dalla medicina popolare, non ha efficacia nei pazienti affetti da lebbra, così come nei soggetti affetti da impotenza.

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  • Calendula

    PROVENIENZA

    La Calendula, chiamata anche Fiorrancio, in virtù del colore arancione dei fiori, è una piccola pianta erbacea che cresce spontanea nelle nostre campagne e più spesso coltivata a scopo ornamentale.

    La parte utilizzata a scopo medicinale è costituita proprio dal fiore, mentre le foglie sono addirittura inserite nella lista negativa della Commissone Europea tedesca.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Numerosi sono i costituenti chimici isolati nelle varie parti della pianta, e molte sono le pubblicazioni scientifiche al riguardo:

    – Triterpeni pentaciclici;

    – Flavonoidi e polissacaridi;

    – Carotenoidi, licopene, calendulina, luteina e xantofille;

    – Olio essenziale ricco in terpeni;

    – Fitosteroli e mucillagini.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Soprattutto a carico della componente polissacarida è stato dimostrato l’effetto immunostimolante.

    Importanti sono le conferme sperimentali dell’attività antiinfiammatoria della cute e sulle mucose, a carico della componente non saponificabile, flavonoidi e mucillagini. Alcuni estratti idroalcolici inoltre riducono sperimentalmente l’edema provocato da carragenina o da croton oil.

    Esistono lavori scientifici che confermano anche l’utilità di medicazioni con estratti di Calendula (unguento al 5%) per favorire l’epitelizzazione di ferite chirurgiche.

    I caroteni precursori naturali della vitamina A, esercitano un documentato effetto prottettivo nei confronti dei danni da radiazione ultraviolette, favoriscono il trofismo della pelle e contribuiscono a migliorarne l’abbronzatura.

    Mentre numerosi sono i lavori sperimentali finora condotti, particolarmente carenti sono invece gli studi clinici condotti con estratti o costituenti della Calendula, assunti per via orale.

    Le indicazioni della medicina popolare riguardano prevalentemente l’uso come:

    – Antispastico;

    – Antiemorragico;

    – Favorente le mestruazioni.

    INDICAZIONI

    La Calendula in passato è stata consigliata come rimedio per i soggetti affetti da ulcera gastrica, dismenorrea, amenorrea ed epistassi, emorroidi ed eczema, linfedema e congiuntivite. Tutte queste indicazioni rimangono tuttavia a carico unicamente della medicina popolare: i consigli per l’uso di estratti di Calendula per via orale come tradizione vuole, sono privi di qualsiasi riscontro scientifico e privi oltre tutto anche di dati circa la loro sicurezza di impiego (effetti collaterali, controindicazioni, interferenze farmacologiche). Possono essere responsabili di reazioni allergiche.

    Per la Calendula rimane quindi indicato soltanto l’uso per via esterna (cute, cavo orale, vagina).

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  • Curcuma

    PROVENIENZA

    La Curcuma è una pianta tropicale, originaria dell’India, apprezzata nei secoli soprattutto in cucina come aromatizzante e digestivo, tra l’altro utilizzata per la preparazione del curry. E’ una pianta rizomatosa, anche ornamentale, con caratteristici fiori gialli come del resto gialla è la stessa radice. E’ chiamata anche lo zafferano dell’India.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    I costituenti tipici del rizoma sono amidi e fibre, sostanze coloranti appartenenti al gruppo della curcuma (curcuminoidi), olio essenziale, ricco in derivati terpenici, e flavonoidi.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Nonostante la medicina popolare e la tradizione erboristica occidentale conoscano ed utilizzano il rizoma di questa pianta come coleretico e colagogo, in realtà le proprietà farmacologiche dello stesso, da riferire essenzialmente alla curcuma sono:

    – Attività antiinfiammatoria;

    – Antiossidante;

    – Immunostimolante.

    Importanti e degne di nota l’attività antiossidante e quella antiinfiammatoria per inibizione della cicloossigenasi e delle lipoossigenasi esercitate dalla curcumina, dimostrate sperimentalmente e clinicamente in pazienti con artrite, contro fenilbutazone e pacebo.

    Altri studi di farmacologia sperimentale e clinica confermano l’attività antimutagena ed anticancerogena della Curcuma, probabilmente per l’effetto antiossidante oltre che per interferenza sul metabolismo dell’acido arachidonico. Inutili invece dal punto di vista clinico l’attività antiretrovirale della curcuma, dimostrata solo sperimentalmente.

    INDICAZIONI

    Le indicazioni comuni all’impiego di estratti di curcuma sono rappresentate da dispepsia funzionale, calcolosi della colecisti, dispepsia biliare, epatopatie croniche, malattie infiammatorie e degenerative croniche. Utile nella prevenzione dei fenomeni della cancerogenesi.

    La preparazione consigliata a scopo terapeutico è l’estratto secco ottenuto dal rizoma, standardizzato al 90-95% in curcuminoidi. La posologia media giornaliera va da 50 a500 mg.

    La Curcuma Longa entra a far parte anche di numerose specialità medicinali registrate e fitoterapici.

    Nel Formulario galenico nazionale è presente la Zedoaria, Curcuma Zedoaria Roscoe, mentre la Comissione E tedesca del 1990 aveva definito anche una monografia sulla Curcuma di Giava (Curcuma xanthorrhiza Roxburgh), originaria dell’Indonesia, meno ricca in curcumina rispetto alla Curcuma Longa.

    Cautela deve essere usata nei pazienti affetti da ulcera peptica.

  • Menta

    PROVENIENZA

    La Mentha piperita è un ibrido ottenuto da  Mentha longifolia, Mentha rotundifolia e Mentha aquatica. E’ utilizzata anche in gastronomia, la pianta fornisce materia prima soprattutto per l’industria liquoristica, in quanto gli estratti ottenuti dalle foglie esplicano attività “eupeptica”, cioè favoriscono la digestione, e come tali entrano nella composizione di numerosi amari. Le foglie infatti, oltre a flavonoidi, acidi fenolici e triterpeni, contengono un olio essenziale che rappresenta il cuore dell’estratto dal punto di vista farmacologico, costituito per la maggior parte da mentolo (35-55%) e mentone (10-35%).

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Prevista dalla Farmacopea Ufficiale in due monografie (una per le foglie ed una per l’olio essenziale) la Menta entra come correttore del gusto in numerosi alimenti, tisane,preparazioni galeniche e farmaci, anche se la medicina popolare la identifica come il rimedio digestivo per eccellenza. La ricerca scientifica ha tuttavia fornito una serie di informazioni preziose per definire il contenuto, le attività biologiche e le indicazioni terapeutiche, riconoscendole un ruolo di pianta medicinale a tutti gli effetti.

    Improvvisamente considerata come “tonico” del Sistema Nervoso e quinid uno psicostimolante, in realtà alla Menta sono state riconosciute le seguenti proprietà farmacologiche:

    • Attività antispastica sulle cellule muscolari lisce dell’apparato digerente e respiratorio;
    • Attivita decongestionale e balsamica, cioè fluidificante le secrezioni dell’apparato respiratorio.

    INDICAZIONI CLINICHE

    • Turbe digestive funzionali;
    • Colon irritabile,
    • Affezioni cattarali delle vie aeree e del distretto orecchio-naso-gola.

    Esistono numerosi studi clinici che confermano gli effetti positivi dell’olio essenziale di menta in soggetti affetti da colon irritabile. L’olio essenziale di Menta può essere vantaggiosamente utilizzato anche nella patologia del distretto epatobiliare, con particolare riferimento alle discinesie della colecisti ed alla calcolosi biliare, per il moderato effetto coleretico e per l’attività antispastica che esercita anche sullo sfintere di Oddi, favorendo il deflusso della bile attraverso il coledoco.

    Non trova invece alcun conferma l’impiego in casi di insonnia o altri disturbi neuropsichici (astenia psicofisica ecc.).

    Per uso esterno la Menta viene comunemente utilizzata come aromatizzante e rinfrescante in molti dentifrici, cosmetici e farmaci (creme per l’insufficienza venosa, cellulite, dermatiti pruriginose) oltre che per preparazioni galeniche, anche per sfruttare l’azione analgesica ed antipruriginosa del mentolo (talco mentolato, frizioni anticefalalgiche ecc.).

    Un altro impiego topico è rappresentato dalle inalazioni con infuso, o meglio olio essenziale, oppurtamente diluito e prescritto dal medico. L’olio essenziale è ben tollerato anche dai soggetti affetti da ulcera peptica, per i quali anzi costituisce anche un complemento terapeutico.

    CONTROINDICAZIONI

    Nei pazienti affetti da ulcera peptica è invece controindicati la tintura e l’estratto fluido.

    In letteratura sono riferiti casi di peggioramento nei soggetti affetti da esofagite da reflusso, non sono riferiti effetto tossici a carico dei reni o del fegato. Il mentolo puro, ad alte dosi, può essere neurotossico, ed è controindicato nel favismo.

    Fonte: “Le cento erbe”, Fiorenzuoli.

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  • Eucalipto

    Screenshot_20160209-182942~2PROVENIENZA

    L’eucalipto è un grande albero originario come la Malaleuca del continente australiano, ma oggi diffuso ovunque, a scopo ornamentale, oppure coltivato a scopo propriamente officinale.

    La parte utilizzata a scopo medicinale è rappresentata dalle foglie fresche, contenenti polifenoli, ad un olio essenziale particolarmente ricco in eucaliptolo (o 1,8 – cineolo), un ossido che ne costituisce circa l’80%, ed altri derivati terpenici.

    Le foglie di eucalipto e la sua essenza sono tra l’altro presenti in Farmacopea Ufficiale.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE 

    E’ il prototipo dei rimedi fitoterapici ad attività balsamica, fluidificante delle secrezioni catarrali dell’apparato respiratorio e sedativa della tosse. Possono essere utilizzate le foglie direttamente nell’acqua bollente per suffumigi, ma più propriamente l’olio essenziale, in specifiche preparazioni farmaceutiche ad uso esterno o per via orale, in capsule, o soluzioni liquide. L’olio essenziale  deve tuttavia essere prescritto dal medico, perché come tutte le essenze ha un basso indice terapeutico e quindi, puro, non dovrebbe essere di libera vendita.

    L’olio essenziale di Eucalipto, tuttavia, è presente in molte specialità farmaceutiche registrate, in forma di supposte, sciroppi, compresse, unguenti balsamici e gocce nasali.

    Per ciò che concerne la proprietà microbiologiche dell’Eucalipto, dobbiamo felicemente registrare e segnalare un recente trial clinico randomizzato che ha dimostrato come chewin gum contenenti un estratto di eucalipto riducesse in modo significativo la placca dentaria.

    INDICAZIONI

    L’Eucalipto viene tradizionalmente indicato come rimedio per il diabete. E’ vero che sperimentalmente ha ridotto l’iperglicemia in topo sovrappeso, ma occorrono ulteriori studi clinici condotti sull’uomo. I metodi estrattivi utilizzati per ottenere i vari estratti confermano infatti la presenza di numerosi principi attivi.

    L’Eucalipto potrebbe rappresentare una potenziale risorsa come supplemento terapeutico per il paziente diabetico.

    CONTROINDICAZIONI

    Attenzione deve essere posta nell’uso prolungato, in quanto induttore enzimatico. Il suo uso esterno inoltre (aerosol ecc.) può essere irritativo. I dati di un recente lavoro dimostrano infatti che oli essenziali ad alte concentrazioni possono ridurre in vitro l’attività ciliare delle cellule della mucosa respiratoria non protetta dal muco.

    Fonte: “Le cento erbe”, Fiorenzuoli.

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