Avere la possibilità di dormire per otto ore migliora la memoria di “riconoscimento”, ovvero quella che aiuta ad associare volti e nomi. Lo spiegano sulle pagine della rivistaNeurobiology of learining memory i ricercatori coordinati da Jeanne Duffy, neuroscienziata che si occupa di disturbi del sonno eritmi circadiani al Brigham and women’s Hospital di Boston.
«Sappiamo che il sonno ha un effetto positivo su diversi tipi di memoria, ma ad oggi non ci sono dati chiari su quanto una notte di sonno possa influenzare la capacità di associare in modo corretto nuovi nomi e volti» spiega la ricercatrice che assieme ai colleghi ha coinvolto nello studio 14 giovani adulti. «Abbiamo mostrato ai partecipanti 20 fotografie di persone sconosciute e associato ad esse un nome» afferma Duffy, «dopo 12 ore abbiamo ripresentato due volte le foto e i nomi, una volta con l’associazione corretta e una sbagliata, chiedendo se gli abbinamenti fossero esatti».
Il test è stato ripetuto per due volte: in un caso i partecipanti hanno avuto la possibilità di dormire per otto ore nelle 12 ore tra una visualizzazione delle foto e l’altra, mentre nel secondo caso tra una visualizzazione e l’altra era richiesto di restare svegli. E i dati dimostrano che dopo il sonno i partecipanti hanno abbinato in modo corretto facce e nomi con un miglioramento del 12 per cento rispetto a quando sono rimasti svegli.
«La durata e la profondità del sonno non hanno influenzato le capacità di abbinare nomi e volti» spiega l’autrice sottolineando che servono altre ricerche per valutare se questi fattori sono importanti o meno. «Il sonno è fondamentale per imparare e fissare nuove informazioni» continua Duffy, «con l’invecchiamento il sonno tende ad essere meno prolungato e più disturbato e questo potrebbe creare problemi di memoria».
Fonte: Dica33.