Secondo quanto stabilito dal Ministero della Salute, nel caso dei bambini la mascherina deve essere indossata dai 6 anni in su. Come per gli adulti, affinché questa sia efficace, deve coprire ampiamente il naso e la bocca e deve essere fissata dietro le orecchie o dietro la testa.
Alcuni consigli per un corretto uso della mascherina in bambini e ragazzi:
fare attenzione alla forma, evitare di usare mascherine troppo grandi o scomode per il viso del bambino;
nei bambini più piccoli, è il genitore a posizionare la mascherina sul viso del bambino, ricorrendo se necessario all’utilizzo di laccetti che consentano di stringerla quanto basta per mantenerla ben aderente al viso;
nei bambini più grandi, o nei ragazzi, mostrare come indossare e togliere in modo corretto la mascherina, chiedendo loro di ripetere la manovra;
ricordare ai propri figli che l’utilizzo della mascherina non sostituisce, ma è complementare, alle altre norme comportamentali introdotte per ridurre il contagio, ossia il lavaggio delle mani e il mantenimento della distanza di sicurezza;
ricorrere al gioco, al racconto di storie o filastrocche come strumenti educativi per rendere più accettabile e comprensibile da parte dei più piccoli l’utilizzo della mascherina;
essere un buon modello per i propri figli, rendendo il lavaggio delle mani e il posizionamento della mascherina delle attività da emulare, trasformandolo anche in un momento di attività familiare da svolgere tutti insieme quando necessario per uscire di casa.
Negli ultimi decenni si è riscontrato un notevole incremento delle allergie, sia tra i bambini che tra gli adulti. L’aumento di dermatite atopica, rinite allergica e asma si è verificato dapprima nei paesi industrializzati e successivamente anche in quelli in via di sviluppo soprattutto dove si adotta uno stile di vita occidentale. Oltre alla predisposizione genetica, i fattori ambientali sono in parte responsabili del gran numero di allergie: ad esempio la rinite allergica è aumentata del 50% rispetto ai decenni scorsi. Anche l’allergia alimentare è frequente in età pediatrica con un’incidenza in continua crescita.
Secondo gli esperti in Italia un bambino su quattro ha un problema allergico.
Tutte le malattie allergiche si classificano in base alla gravità dei sintomi.
La dermatite atopica colpisce circa il 30% dei bambini tra i 3 e i 6 mesi di vita; è caratterizzata da lesioni della pelle distribuite in diverse parti del corpo (braccia e gambe nei lattanti, con eczema soprattutto nelle pieghe cutanee e cute secca negli anni successivi). Le creme emollienti a ridotto stimolo allergenico possono aiutare nella prevenzione delle lesioni mantenendo la cute integra.
La rinite allergica può essere intermittente o persistente. A seconda della gravità dei sintomi può causare disturbi del sonno e limitazioni delle attività quotidiane, gioco, sport, scuola. Considerazioni analoghe possono essere fatte per l’asma che necessita di un controllo e di una terapia adeguata alla gravità.
In tempi recenti si registra un costante aumento di allergie alimentari, al veleno di imenotteri e ai farmaci, tipologie che, se di grado elevato, possono portare a reazioni anafilattiche gravi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce un ruolo importante all’allattamento al seno nella prevenzione di numerose malattie tra cui le allergie.
Molti studi scientifici hanno dimostrato come le sostanze e i nutrienti contenuti nel latte materno influiscano positivamente sulla flora microbica intestinale, che contribuisce ad uno sviluppo sano ed armonico del sistema immunitario rendendolo meno recettivo e predisposto alla comparsa di eventuali allergie.
La sciatica o sciatalgia è un’infiammazione del nervo sciatico, il nervo più lungo del corpo. La conseguenza è una condizione dolorosa che parte dalla zona inferiore della schiena e si irradia attraverso i glutei e lungo la gamba, fino al piede. È associata talvolta anche a sintomi più lievi, quali formicolio, debolezza e intorpidimento. La principale causa di sciatalgia è l’ernia del disco, tuttavia può essere scatenata anche da altri fattori quali la sindrome del piriforme, in cui la compressione sul nervo sciatico è causata dal muscolo piriforme, stenosi spinale, traumi. Generalmente la guarigione avviene spontaneamente ma può richiedere parecchie settimane. In alcuni casi più complicati, infiammazione e dolore possono persistere nel tempo o ripresentarsi a distanza di mesi o anni.
Per il controllo dei sintomi potrebbe essere necessario il ricorso a farmaci antinfiammatori e/o antidolorifici, miorilassanti, cortisonici. Vengono solitamente consigliati esercizi di fisioterapia quali allungamenti.
È importante rimanere attivi: limitare e controllare attività che richiedano sforzi fisici eccessivi e allo stesso tempo evitare di passare troppo tempo seduti o sdraiati.
Qualora la causa sia dovuta a un’ernia del disco, si possono ottenere benefici attraverso la fisioterapia, ma nel caso questa sia insufficiente, potrebbe essere necessario il ricorso all’intervento chirurgico.
La prevenzione e la riduzione di recidive si basano sull’adozione di particolari accorgimenti:
controllo e mantenimento del giusto peso corporeo;
assunzione di una postura corretta, sia in piedi che soprattutto durante attività come il lavoro o lo studio, che richiedono di stare a lungo seduti;
svolgimento di esercizio fisico moderato e regolare;
attenzione nel sollevamento di pesi: è fondamentale utilizzare una tecnica corretta ed evitare sovraccarichi.