• Zenzero

    PROVENIENZA

    Usato universalmente in gastronomia, lo Zenzero o Ginger, da non confondere con il peperoncino, è in realtà una pianta originaria dell’estremo oriente. E’ oggi coltivata in numerose varietà soprattutto in Cina ed in molti paesi tropicali.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Della pianta si utilizza il rizoma (radice), contenente cellulosa e carboidrati, ma ricco anche di olio essenziale (sesquiterpeni ed alcoli) e di una serie di composti detti Gingeroli e Shogaoli responsabili dell’aroma acre e delle attività biologiche.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Le Attività farmacologiche dimostrate per gli estratti di zenzero sono:

    • procinetico
    • antiistaminico
    • antiinfiammatorio

    A livello dell’apparato digerente infatti stimola i normali movimenti peristaltici dello stomaco e dell’intestino (procinetico), esplicando anche un effetto antinausea e antivomito (probabilmente per azione sul Sistema Nervoso Centrale sui recettori per dopamina e serotonina). Per questa proprietà alcuni estratti di zenzero sono stati con successo utilizzati nella prevenzione del vomito da cinetosi. I principi attivi dello Zenzero, una volta assorbiti, sono responsabili di un’importante attività antiinfiammatoria a livello sistemico; inibiscono infatti le cicloossigenasi e le lipososigenasi, con conseguente riduzione di infiammazione e dolore nelle malattie reumatiche e nell’emicrania. E’ noto peraltro l’effetto protettivo dello zenzero sulla mucosa gastrica; pertanto la pianta potrebbe anche rappresentare un rimedio complementare per i pazienti affetti da aritrite.

    INDICAZIONI

    Esistono studi sull’uomo e sull’animale che confermano l’efficacia e la sicurezza nell’impiego, anche se sono indispensabili studi controllati, nella prevenzione di cinetosi (mal d’auto, mal di mare), nausea, vomito, digestioni difficili, dispepsie, ernia iatale, disappetenze nervose, sindromi artritiche di varia origine. L’impiego tradizionale era per applicazioni locali; nei casi di periartriti e fibromiositi sembra invece ragionevolmente sfruttabile anche come antiinfiammatorio per via sistemica. Non trova alcun riscontro l’impiego popolare dello zenzero come stimolante sessuale o afrodisiaco come l’indicazione per i disturbi mestruali.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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  • Rhodiola Rosea

    PROVENIENZA

    La Rhodiola conosciuta come la “radice d’oro”, è diffusa nei grandi spazi dell’Europa del nord e nelle regioni montane d’Europa e dell’Asia.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Possiede proprietà adattogene, ossia permette di adattarsi più facilmente a situazioni emozionali stressanti. I risultati di studi effettuati indicano che l’apporto di Rhodiola permette di mantenere migliori performance cognitive malgrado la stanchezza e lo stress. Un altro studio realizzato su studenti ha dimostrato un netto miglioramento del loro benessere, della forma fisica, della loro coordinazione e una diminuzione della stanchezza. E’ la pianta consigliata per i periodi d’esame. La Rhodiola può aiutare a ritrovare la calma e ad eliminare le tensioni interiori: è la pianta da utilizzare i situazioni di stress sia emotivo che fisico.

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  • Valeriana

    PROVENIENZA

    La Valeriana è tradizionalmente ritenuta una pianta ad attività sedativa in tutta Europa a scopo medicinale; cresce comunque spontanea anche nei luoghi freschi ed umidi dei nostri monti. Entra a far parte di numerose specialità farmaceutiche ed erboristiche, e la Farmacopea Ufficiale Italiana prevede ben due monografie relative alla Valeriana. Nonostante in passato sia stata indicata addirittura come rimedio per il mal di gola e l’epilessia, la moderna ricerca scientifica ha in realtà confermato unicamente le attività sedative ed ipnotiche della pianta, ritenuta tra l’altro non tossica, il cui uso è privo di significativi fenomeni di dipendenza.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    Della pianta si utilizzano il rizoma e le radici, i cui costituenti chimici più importanti sono: acidi valerenici (ed altri derivati terpenici presenti nell’olio essenziale), valepotriati (valtrato e baldrinale), alcuni alcaloidi (valeranina, attinidina e valtrossale). I costituenti chimici presenti negli estratti sono responsabili dell’attività tranquillizzante, attività ansiolitica e sedativa sul Sistema Nervoso Centrale, per azione specifica sui recettori per le benzodiazepine (le componenti lipofile quali i valepotriati), e sui recettori per il GABA (acido γ-ammino butirrico), in particolare le componenti idrofile quali gli acidi valerenici.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Nessuno studio farmacologico o clinico è riuscito finora ad attribuire l’attività sedativa degli estratti di Valeriana ad un costituente chimico isolato piuttosto che ad un altro, dimostrando ancora una volta la superiorità del fitocomplesso sulla singola molecola, pur presente nell’estratto stesso. In particolare, effetti sedativi clinicamente confermati sono stati dimostrati per l’estratto standardizzato in acidi valerenici. L’attività ipnoinducente della Valeriana è stata pure confermata con dimostrazioni elettroencefalografiche, senza alterazioni della fase REM. Alcuni studi di carattere unicamente farmacologico, sull’animale, hanno dimostrato proprietà anticonvulsivanti per l’acido valerenico, ma non confermate in clinica.

    INDICAZIONI

    La pianta ed i suoi derivati posso essere utilizzati nella cura dell’insonnia e dei disturbi del sonno, come pure terapia complementare di alcune manifestazioni di tipo ansioso (attacchi di panico, crisi di angoscia, tremori, crampi addominali, irritabilità, tensione nervosa, vertigini psicogene, colon irritabile, palpitazioni e cefalea).

    Data l’ampia variabilità di principi attivi che si riscontra nella pianta, e dato il cattivo sapore delle preparazioni estemporanee quali infuso e decotto, la forma estrattiva che offre maggiori garanzie di efficacia e tollerabilità è certamente l’estratto secco titolato e standardizzato in principi attivi. La Valeriana non può essere sostituita dalla Valeriana rossa, priva di riscontri scientifici.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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  • Echinacea

    PROVENIENZA

    Molto diffuso in Europa e nel Nord America l’impiego del succo fresco di Echinacea come rimedio popolare per le ferite torpide ed infettate, così come rimedio antinfluenzale, da taluni considerato come afrodisiaco.

    Le moderne ricerche scientifiche, di carattere fitochimico, farmacologico e clinico hanno permesso di confermare alcune importanti attività biologiche, in particolare a carico degli estratti di radice delle tre specie. La pianta è presente anche in alcune specialità farmaceutiche tedesche.

    COMPOSIZIONE CHIMICA

    I costituenti chimici sono rappresentati da: polisaccaridi, glicoproteine,flavonoidi,derivati dll’acido caffeico (acido cicorico ed echinacoside), polieni, alchila midi ed un olio essenziale.

    I costituenti attivi ritenuti attualmente responsabili delle proprietà antivirali ed immunostimolanti  sono molteplici, dalle glicoproteine alle alchilamidi, ma in particolare il gruppo dei polisaccaridi (fra i quali arabinogalattani ed arabinoxilani), mentre delle proprietà antibatteriche è responsabile l’olio essenziale, ricco in terpeni, presente tuttavia in scarsa quantità.

    Tra i polifenoli, l’echinacoside, da sempre ritenuto il costituente più importante, in realtà si è dimostrato addirittura incapace di stimolare la fagocitosi. Anche per questi motivi, così come per altre piante medicinali, anche per l’echinacea la forma moderna di impiego fitoterapico è rappresentata dall’estratto secco titolato  con doppia standardizzazione:  polissacaridi 15% ed echinacoside 4%. Posologia media consigliata200-400 mg per 2-3 volte al giorno.

    PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE

    Lavori sperimentali in vitro ed in vivo, anche con studi clinici controllati hanno dimostrato le seguenti proprietà farmacologiche:

    • Aumenta le difese immunitarie in corso di raffreddore ed influenza, con aumento dell’attività macrofagica;
    • Aumenta la produzione di alfa e beta interferone, TFN-alfa e citochine (IL-1, IL-6 e in particolare IL-10);
    • Stimola la fagocitosi ed aumenta la chimiotassi dei leucociti;
    • Esplica un effetto Antiinfiammatorio, in particolare inibisce la ialuronidasi batterica;
    • Attività antivirale (herpes ed influenza) è stata dimostrata anche sperimentalmente;
    • Attività antibatterica (olio essenziale).

    Pochissimi sono gli studi clinici attendibili, condotti cioè con metodologia scientifica. Quelli esistenti comunque hanno confermato l’efficacia nella prevenzione e terapia delle malattie infiammatorie ed infettive delle vie aeree, soprattutto quelle di tipo virale. Sono tuttavia risultati inefficaci gli estratti idroalcolici (tinture ed estratti fluidi, non titolati e standardizzati nel modo corretto).

    Gli estratti della pianta, oltre all’efficacia clinica, hanno dimostrato sicurezza ed assenza di significativi effetti collaterali.

    Fonte: “Le cento erbe” Fiorenzuoli.

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